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La pratica della forma

9 Dicembre 201611 Luglio 2017by MIMin Approfondimenti

di E. Cozzi – C. Martucci
“Rivista Italiana di Agopuntura”, organo ufficiale medico-scientifico della Società Italiana di Agopuntura-.- Anno XX n. 62 -maggio/agosto 1988

Si chiama ‘forma’ l’intero concatenamento di movimenti (zoujia), eseguiti in piedi e il cui numero è variabile da 81 a 108, a seconda dei maestri e dello stile delle varie scuole.
La perfetta memorizzazione della successione dei movimenti rappresenta la prima fase dell’apprendimento; solo successivamente si imparano le tecniche di respirazione utili per nutrire il qi interno, si migliora la capacità di concentrazione e la pace mentale e ci si confronta negli esercizi a due. L’esecuzione della forma va eseguita senza sforzo, con mente tranquilla ma attenta; è l’intenzione (yi) che guida i movimenti, non lo sforzo muscolare. La testa è come sospesa, la colonna eretta ma non rigida, le gambe sono più o meno piegate, in funzione dello stato energetico del praticante; le articolazioni e i muscoli sono senza tensione. Particolare attenzione è posta al raggiungimento della postura corretta, condizione preliminare indispensabile per eliminare gli impedimenti meccanici alla circolazione del qi; soddisfatte queste premesse, il corpo è pronto a qualsiasi azione di attacco e di difesa. I movimenti si susseguono ininterrottamente, in modo fluido e circolare. La coordinazione dei movimenti e l’equilibrio sono fondamentali e in ogni momento la parte inferiore del corpo si armonizza con quella superiore e viceversa.
L’esecuzione dei movimenti è improntata alla regola dell’alternanza dello yin e dello yang, vale a dire alla percezione distinta di pieno e di vuoto a livello degli arti, specie quelli inferiori. Attraverso il movimento va ricercata la quiete, ma al tempo stesso la calma interna presiede ai movimenti esterni. La pratica del Taijiquan allena la mente a seguire ogni dettaglio dei movimenti corporei, facendola entrare in maniera naturale in uno stato di vigile distacco.
L’esecuzione va lentamente e progressivamente intensificata, a seconda delle possibilità individuali. Nei primi anni di pratica è indispensabile la guida di un maestro esperto. In molte scuole, la pratica della forma è preceduta da esercizi di rilassamento e di riscaldamento, nonché da esercizi di qigong statico e dinamico.

 

Aspetti terapeutici

E’ noto che per la M.T.C, la malattia si instaura come conseguenza di uno squilibrio energetico, a favore dello yin o dello yang. Solo la regolare e corretta circolazione del qi (energia vitale) assicura un buon funzionamento degli organi e l’armonica interazione tra mente e corpo. Uno degli aspetti fondamentali della pratica del Taijiquan è la coltivazione del qi, inteso come accrescimento del qi interno e corretta circolazione dello stesso. E’ attraverso la calma della mente e la regolazione del tono muscolare, ottenuta mediante lenti movimenti eseguiti secondo linee circolari, che si rimuovono le ostruzioni e i blocchi dell’energia. Si impara ad impiegare meglio la propria energia e a controllarla in modo più cosciente. La pratica continuata del Taijiquan ha funzioni oltre che preventive anche curative; è considerato un metodo di auto-guarigione che può essere praticato ad ogni età e in qualunque condizione di salute. Gli effetti salutari del Taijiquan derivano fondamentalmente da tre fattori:
1. L’esecuzione dei movimenti richiede un alto grado di concentrazione e il mantenere la mente sgombra da pensieri estranei. Questo giova al ‘S.N.C.; la stimolazione della corteccia cerebrale e lo stato di inibizione di altre aree cerebrali, favorisce la normalizzazione di certi stati di eccitazione patologica e, pertanto, aiuta a curare certe malattie mentali.
2. I movimenti sono lenti e continui, simili al fluire dell’acqua di un fiume. Sperimentando la fluidità del gesto e una esecuzione morbida dei movimenti, si acquisisce: – elasticità anche sul piano psichico, – una maggiore confidenza in se stessi. – la percezione di una unità tra mondo interno ed esterno.
3. La respirazione è naturale e mai forzata. Gradualmente si impara ad utilizzare la respirazione addominale e a coordinare ritmicamente gli atti della respirazione con i movimenti del corpo. Si ottiene via via il miglioramento della respirazione interna e il massaggio degli organi e dei visceri.

I dati sperimentali dimostrano che la pratica regolare del Taijiquan si rivela di grande utilità nel prevenire e curare affezioni riguardanti l’apparato cardiocircolatorio, il sistema osteo-muscolare, l’apparato respiratorio e del metabolismo. In sintesi, il Taijiquan è un’arte marziale ma è anche una ginnastica curativa adatta a tutti e come tale, nella sua forma semplificata viene insegnata anche agli anziani e a chi è convalescente dopo una malattia. E’ diffusamente utilizzato con questi obiettivi in molti ospedali cinesi, ma anche americani di New York e della California. In Cina, a Taiwan e in Sud-Est Asiatico in generale, fa parte della cultura psicofisica di milioni di persone. La pratica regolare del Taijiquan equivale ad un costante incremento dell’energia vitale. Essa da un lato accresce l’attenzione, la pazienza, la consapevolezza del movimento, dall’altro migliora l’equilibrio, stimola il S.N. senza affaticare il cuore, aiuta a regolarizzare la funzione degli organi interni, nonché la circolazione sanguigna, incrementa la capacità respiratoria, rinforza e mobilizza tutto il sistema osseo.

00i 10 princìpi del Tai ChiIntervista a Ermanno Cozzi, 1988

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