La respirazione

[Dal sito: www.giovannichetta.it]

Appoggiate il palmo della vostra mano sull’addome, inspirate normalmente, la vostra mano si sposta in avanti? Espirate, la vostra mano, insieme all’addome, rientrano? Ora fate un respirone e verificate lo stesso meccanismo. Se avete risposto no a tutte le domande è molto probabile che abbiate una respirazione non corretta.

Durante la respirazione fisiologica, in stato di riposo (circa 15 atti respiratori al minuto), è solo nella fase inspiratoria che si utilizza la muscolatura, mentre l’espirazione avviene passivamente (per tale ragione i muscoli inspiratori sono più sviluppati degli espiratori); il diaframma, quale principale muscolo inspiratorio, dovrebbe svolgere almeno i 2/3 del lavoro respiratorio (respirazione addominale o diaframmatica): in pausa respiratoria le fibre muscolari diaframmatiche decorrono quasi perpendicolarmente verso la sua zona centrale (centro frenico o tendineo), durante l’inspirazione le fibre muscolari si contraggono abbassando la lamina tendinea, appiattendolo e quindi aumentando il volume polmonare (elevazione delle coste in particolare inferiori). La discesa del centro frenico viene frenata dal sistema sospensore del pericardio (parte superiore della fascia cervico-toraco-addomino-pelvica), oltre che dalla pressione dei visceri addominali (rapporti diaframma-organi).

Man mano che la sforzo fisico aumenta, cresce fisiologicamente l’attività dei muscoli respiratori accessori che hanno il compito di innalzare la gabbia toracica aumentandone il volume (respirazione costale). In primo luogo vengono coinvolti i muscoli scaleni (che originano dalle apofisi trasverse delle vertebre cervicali e si inseriscono sulla prima e la seconda costa) e i muscoli intercostali (situati tra le coste). Questi muscoli sono innervati dal plesso brachiale (che origina dal tratto cervicale C5-C8). In realtà, altri muscoli sembrano avere un importante ruolo come muscoli respiratori accessori. In particolare la coppia dei muscoli romboide (ultima vertebra cervicale e prime 5 dorsali-margine mediale scapola)-gran dentato o serratus anterior (bordo mediale della scapola-prime 10 coste) e poi, per fissazione della scapola, il piccolo pettorale (apofisi coracoide scapola-III, IV, V costa), per fissazione dell’arto superiore, gran pettorale (che solleva le prime 6 coste) e gran dorsale o latissimus dorsi (che solleva le ultime 4 coste). Man mano che l’inspirazione diviene più forzata saranno sempre maggiori i muscoli coinvolti: sovra-sottoiodei, sternocleidomastoidei (capo sternale e costale), succlavio, ileocostale del collo, trapezio, elevatore della scapola, elevatori delle coste, dentato inferiore ecc.
Nell’espirazione attiva (forzata) intervengono principalmente i muscoli addominali (in particolare i muscoli trasversi).

Lo stile di vita moderno, sottoposto a innaturali stress psichici (e relativa reazione di stress) e fisici (incluse problematiche stomatognatiche), conduce a una respirazione errata. In modo particolare, la maggioranza della popolazione cosiddetta civilizzata, oggi esegue una respirazione costale con carenza di espirazione, accelerata, superficiale e spesso orale. In pratica si è in inspirazione quasi permanente, col diaframma circa fisso in posizione abbassata, con conseguente sua retrazione (per scarso e inadeguato utilizzo) e alterazione dei muscoli respiratori accessori (per eccessivo e inadeguato utilizzo). In particolare, in caso di blocco diaframmatico inspiratorio, date le sue inerzioni a livello vertebrale, si avrà una tendenza alla iperlordosi lombare.
Una disfunzione diaframmatica è in grado innescare un circolo vizioso che conduce a ulteriore stress psico-fisico, in grado di facilitare alterazioni di tipo ansiogeno e alterazioni posturali con conseguenti problematiche muscolo scheletriche e, dato lo stretto rapporto con importanti organi, organiche: problemi respiratori (asme, falsi enfisemi ecc.), problemi all’apparato digerente (ernia iatale, difficoltà digestive, stitichezza), disfunzioni relative alla fonazione (essendo il diaframma il principale muscolo di spinta della colonna d’aria verso la laringe), problematiche ginecologiche (per la correlazione diaframmatica-perineale) e di parto (il diaframma è il “motore” del parto), difficoltà circolatorie (il diaframma riveste un fondamentale ruolo come pompa per la circolazione di ritorno tramite l’azione di pressione-depressione sugli organi toracici e addominali).

E’ scientificamente riconosciuto che la respirazione addominale rappresenta un’ottima prevenzione nei riguardi delle affezioni croniche respiratorie e delle polmoniti. Tecniche di rieducazione respiratoria vengono utilizzate nella ginnastica correttiva, col fine di eliminare atteggiamenti viziati e paramorfismi, e in terapie psichiche, allo scopo di suscitare sblocchi emotivi liberatori e combattere l’ansia.
In sintesi una respirazione adeguata consente di:

  • mantenere in salute l’apparato respiratorio
  • migliorare i processi metabolici e circolatori dell’intero organismo
  • ottenere una postura migliore
  • prevenire l’insorgenza degli stati di ansia tramite un maggior controllo dell’emotività e dello stress, una maggiore capacità di concentrazione e rilassamento.

Si tratta in sostanza di ri-imparare a respirare come da bambini (è per questo motivo che i bimbi, come “piccoli tenori”, sono in grado di urlare per ore senza stancarsi). Il ripristino della corretta funzionalità diaframmatica, tramite apposita rieducazione respiratoria ed eventualmente specifici trattamenti manuali, è pertanto di grande importanza per la salute psico-fisica. E’ evidente che tutte le attività che inducono rilassamento e respirazione profonda (addominale), quali massaggio antistress, corretta attività fisica, ad. es. la ginnastica posturale, discipline orientali come lo yoga, qui cong, tai chi, possono essere di grande ausilio nella rieducazione respiratoria.
Ogni esercizio di rieducazione respiratoria deve partire da una presa di coscienza della propria respirazione (come nell’esercizio visto a inizio paragrafo). Si tratterà in seguito di sommare a un eventuale condizionamento neuroassociativo respiratorio scorretto uno nuovo più fisiologico; e ciò richiede tecnica e costanza.
Occorre infine tener presente che, come un’alterata respirazione è in grado di influenzare l’apparato muscolo-scheletrico, gli organi interni e la psiche, lo stesso accade al contrario. Ossia, una rieducazione posturale (inclusa la risoluzione di eventuali disfunzioni stomatognatiche e cicatriziali), alimentare e mentale porteranno a un miglioramento della respirazione e quindi, innescando un circolo stavolta virtuoso, del benessere generale della persona.

La respirazione è il meccanismo vitale di scambi gassosi, tra ambiente esterno e organismo (respirazione esterna o ventilazione) e tra liquidi circolanti e cellule e tessuti dell’organismo (respirazione interna), che consente, tramite l’assunzione di ossigeno, di liberare l’energia necessaria ai processi vitali dalle sostanze nutritizie.
L’aria inspirata contiene circa il 21% di ossigeno (O2), il 78% di azoto (N2) e una dose irrilevante di anidride carbonica (CO2). In uscita dai polmoni l’aria è composta dal 14% di ossigeno, 5-6% di anidride carbonica e 78% di azoto (che resta invariato). Occorre tener presente che il cervello umano dell’adulto consuma circa il 25% di ossigeno del fabbisogno totale di ossigeno, nel bambino il consumo arriva anche al 50%.

Le vie della respirazione esterna si classificano:
– vie aeree superiori (naso, cavità orale, rinofaringe);
– vie aeree inferiori (laringe, trachea e bronchi).
I centri respiratori sono situati nel midollo allungato: il centro inspiratorio attiva i muscoli inspiratori e il centro espiratori gli espiratori. Le respirazione viene influenzata fortemente dal contenuto di anidride carbonica (CO2) nel sangue arterioso e nel liquor cerebrospinale; la CO2 infatti è in grado di attraversare la barriera emato-encefalica (barriera, costituita dai capillari cerebrali, dai plessi corioidei e dall’aracnoide, che protegge il cervello dal passaggio di batteri, virus e gran parte della molecole circolanti nel sangue). I neuroni del centro respiratorio sono estremamnte sensiblili a un abbassamento del valore di ph dovuto a innalzamento della concentrazione di CO2. Anche la concentrazione di ossigeno (O2) nel sangue rilevata dai recettori posti sull’arco aortico e sull’arteria carotide e influenza l’attività dei centri respiratori. Inoltre, i centri respiratori vengono attivati anche da qualsiasi movimento corporeo così da anticipare un probabile fabbisogno supplementare di ossigeno; per questo motivo già all’inizio di un’attività sportiva il respiro diviene più rapido, nonostante non via sia ancora stato una modifica dei valori CO2/O2. Ulteriori fattori condizionanti l’attività respiratoria sono ormoni, pressione sanguinea e temperatura corporea nonchè la postura, le condizioni dell’apparato stomatognatico, lo stile di vita ecc..

Il diaframma rappresenta fisiologicamente il principale muscolo della respirazione. Anatomicamente è una lamina muscolo-tendinea che divide la cavità toracica da quella addominale. Il diaframma si inarca superiormente nella cavità toracica formando una cupola destra e una sinistra. La cupola destra, essendo in rapporto inferiore col fegato, è spostata superiormente (tra la VIII e la XI vertebra dorsale, IV-VI costa, in posizione eretta) rispetto alla sinistra sotto cui si trovano stomaco e milza, organi molto mobili. E’ costituito da una parte muscolare periferica e da una parte tendinea centrale, centro frenico o tendineo. Il diaframma può essere suddiviso, in base ai punti di inserzione dei muscoli che si dipartono dal centro tendineo, in tre porzioni: sternale (piccolo fascio muscolare connesso con la faccia posteriore del processo ensiforme dello sterno), costale (digitazioni muscolari inserite sulla faccia interna delle ultime sei coste) e lombare. Quest’ultima porzione muscolare vertebrale presenta posteriormente due voluminosi fasci fibrosi di diversa lunghezza. Il pilastro destro, più lungo, si inserisce sui dischi cartilaginei presenti tra la prima, la seconda e la terza vertebra lombari (L1-L2, L2-L3) e talvolta anche su quello presente tra la terza e la quarta (L3-L4). Il pilastro sinistro si inserisce sul disco cartilagineo presente tra le prime due vertebre lombari (L1-L2) e a volte su quello presente tra la seconda e la terza (L2-L3). Lateralmente ad essi sono presenti l’arcata dello psoas che consente il passaggio del muscolo psoas e l’arcata del quadrato dei lombi attraverso la quale passa l’omonimo muscolo.

Il diaframma prende rapporto con organi importanti. La fascia superiore aderisce intimamente al cuore, il cui pericardio è connesso tramite i legamenti freno-pericardici. A livello costale è a contatto col sacco pleurico polmonare. Inferiormente è in gran parte tappezzato dal peritoneo (che aderisce al centro frenico) ed è collegato al fegato, tramite il legamento falciforme e coronario e i legamenti triangolari destro e sinistro, mentre lo stomaco è a lui sospeso per mezzo del legamento gastrofrenico e il duodeno tramite il legamento di Treiz. La milza è connessa al diaframma tramite il legamento freno-splenico, il colon (angolo sinistro) tramite il legamento freno-colico. Posteriormente si connette alle ghiandole surrenali, alle estremità superiori dei reni e al pancreas. Il diaframma inoltre presenta orifizi attraverso i quali passano l’aorta, insieme al dotto toracico e ai nervi splancnici (canale aortico-diaframmatico), l’esofago (foro esofageo) e la vena cava inferiore (orifizio quadrilatero).
Il diaframma è un muscolo involontario, innervato dal nervo frenico (ramo più lungo e importante del plesso brachiale che origina a livello della IV vertebra cervicale), ma la sua attività è anche modificabile volontariamente. Le principali alterazioni riscontrabili a carico del diaframma sono costituite dalla paralisi (per lesione del nervo frenico, in corso di gravi malattie neurologiche o polmonari), dall’ ernia diaframmatica, dalla relaxatio, con conseguente immobilità durante gli atti respiratori.
A causa però dello stile di vita poco naturale imposto dalla moderna società, il diaframma, al pari degli altri muscoli respitori accessori, è spesso disfunzionale con conseguenze sulla salute psico-fisica dell’uomo.

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